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Immagine del redattoreMimì

La giacca napoletana

Una giacca sartoriale, cosiddetta "alla napoletana", presenta caratteristiche ben precise e codificate. Alcune di esse sono la leggerezza e la comodità, ma non solo. Quindi in quest'articolo vedremo quali sono e come si riconoscono i tratti distintivi di una delle giacche più amate dagli Italian Gentleman, ma soprattutto dai Neapoletan Gentleman.

Anzitutto un buon sarto è colui che sa trovare l'equilibrio tra tre cose: il proprio stile, quello che vuole il cliente e i limiti del suo fisico. Beh, in questo i vecchi sarti napoletani erano maestri. La sartoria napoletana, oltre ad essere un concentrato di storia, cultura, qualità e buon vivere, ha dettato degli stilemi classici ancor oggi validi, desiderati e imitati in tutto il mondo. Uno di questi è proprio relativo alla giacca e ai particolari che la rendono unica. Vediamoli insieme.

La manica

Uno degli elementi chiave. Per le giacche sportive si utilizza la manica a camicia così definita perché sembra proprio la manica di una camicia. Ha un giro di circa 10 cm maggiore della spalla, in queto modo l'attaccatura risulta più comoda perché conferisce più elasticità nei movimenti, restituendo la caratteristica arricciatura (a Napoli dicono "a mappina" o "a repecchia") che l'ha resa famosa. Inoltre essendo così più corta permette la fuoriuscita del polsino della camicia tanto amato nella sprezzatura. Secondo alcuni questo modo di cucire la manica sarebbe legato all'abitudine dei napoletani di gesticolare mentre parlano; da qui l'esigenza di avere una giacca che facilitasse i movimenti. In questo modo la giacca, nel complesso, presenta una spalla cadente e morbida.

Revers

Quelli napoletani sono davvero ampi (mai meno di 8-10 cm) e spesso terminano a lancia.

Spalla

Secondo la tradizione iniziata da Cesare Attolini, una delle più grandi sartorie napoletane, sono svuotate delle spalline per seguire la forma della spalla del cliente. da qui la celebre insellatura della spalla naturale concava, che ancora fa scuola tra i sarti di tutto il mondo. Anche qui la scelta di stile e figlia dell'esigenza, in quanto si pensa sia nata per tener conto della fisiologica rotazione in avanti delle spalle a cui ogni uomo va in contro ad una certa età.

Fodera

Questa giacca prevede la mezza fodera, ovvero la parte interna posteriore e le maniche vengono lasciate scoperte. Qualora si tratti di una giacca classica, la fodera posterie si limita solo alla parte alta della schiena. L'interno è in tela di lino o crine. Anche qui c'è una ragione pratica, legata al clima di Napoli che per gran parte dell'anno è caldo per essere addirittura afoso nei mesi estivi.

Taglio e Abbottonatura

In generale è più corta del normale, all'incirca come un blazer e presenta un monopetto a due bottoni anche se la tradizione vorrebbe una giacca a tre bottoni stirata a due. Doppio spacco laterale posteriore. La cucitura è realizzata due volte sia all'esterno che all'interno.

Tasche e Taschino

Nei modelli sportivi sono applicate a toppa e realizzate con lo stesso taglio del taschino nella parte superiore.ossia: Il taschino è detto a barchetta poiché viene tagliato on l'angolo superiore pronunciato quasi curvo in modo da risultare simile al profilo di una barca. La parte inferiore delle tasche invece ha una tipica forma tondeggiata detta a pignata (pentola in napoletano) ed anch'esse prevedono doppia impuntura.


Una giacca sartoriale come quella alla napoletana denota, in chi la indossa, una scelta di stile consapevole, uno studio della sartoria e dell'eleganza classica, ma anche uno stile di vita. Certo, l'abito non fa il signore. Oggi più che mai. Di fatto, essendo napoletano e amante di questa giacca, mi dispiaccio molto quando vedo esasperare certe caratteristiche di questa giacca (come i revers improponibili tanto grandi o le maniche a palloncino) da soggetti che nulla hanno a che fare con il mondo dell'eleganza e della sartorialità. Piuttosto a questi somari da tastiera sui social media, consiglierei di lasciar perdere questo capo s enon hanno la cultura e la sensibilità per capirlo.






credits: il blog del marchese - Cesare Attolini
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